Dal 1936 al 2021: da quando la pallacanestro si giocava solo all’aperto agli anni recenti, sono 85 gli anni di storia della Pallacanestro Cantù. 85 anni in cui la squadra canturina è diventata la Regina d’Europa con 12 trofei internazionali (seconda solo al Real Madrid).
Di fronte a tanta storia e gloria, bisogna avere rispetto, ma andare in campo senza paura.
Oggi, a tre giorni dalla partita della nostra JB Monferrato, vi sveliamo alcune pillole di storia della gloriosa Pallacanestro Cantù.
LA NASCITA – L’Associazione Pallacanestro Cantù (questo il primo nome della società brianzola) nasce a metà degli anni ’30, grazie a Mario Broggi e Angiolino Polli. In un’epoca in cui la pallacanestro in Italia era pressoché sconosciuta, quindi il primo campo fu disegnato proprio da Broggi all’interno del cortile delle Suore Sacramentine.
Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la squadra cambia nome in Opera Nazionale Dopolavoro Cantù e, durante la guerra, il nome di Cantù arriva in tutta Italia grazie alle vittorie ottenute nella coppa Bruno Mussolini.
IL DOPOGUERRA – Alla ripresa dei campionati dopo la fine della guerra, la Pallacanestro Cantù disputa il primo campionato di Serie C. Da lì parte la scalata ai vertici del basket nazionale che verrà compiuta nel 1954 con la conquista della Serie A. I canturini basano le proprie fortune su Lino Cappelletti (che sarà anche il primo giocatore di Cantù ad essere convocato in Nazionale). Inoltre arriva anche il primo sponsor sulla divisa: Milenka.
Nel 1956, dopo aver riconquistato la Serie A, entra in società la famiglia Casella, che porta con sé un nuovo sponsor, Oransoda, e, soprattuto, Aldo Allievi. Nella stagione ’57-’58 l’Oransoda Cantù con il casalese Marcello Motto in campo termina al sesto posto il campionato di Serie A.
GLI ANNI ’60 – Inizia un periodo di grandissima espansione per la pallacanestro italiana e Cantù trova il suo posto tra le grandi, al fianco di Olimpia Milano e Virtus Bologna: si è ritirato però Lino Cappelletti, ma debutta in maglia biancoblu Carlo Recalcati, proveniente proprio da Milano. In questi anni si forma il trio formato da Bob Burgess, Alberto De Simone e Alberto Merlati (soprannominato il Muro di Cantù) che, nella stagione ’67-’68 regalerà alla città di Cantù il primo scudetto della sua storia. Inoltre, la società canturina riesce a vincere nello stesso anno il titolo di Serie A e il titolo juniores.
L’EPOPEA DEGLI ALLIEVI – Dopo lo Scudetto del ’68 inizia l’epopea dei canturini grazie anche al talento di Pierluigi Marzorati. La Forst Cantù nei primi anni ’70 vince tutto: 1 Scudetto, 2 Coppe Korac e una Coppa Intercontinentale. Viene inoltre inaugurato il Pianella, il nuovo palasport costruito a Cucciago, che sarà la casa dei biancoblu fino agli anni recenti. Il periodo magico di Cantù prosegue per tutti gli anni ’70 e per buona parte degli anni ’80: per tre anni consecutivi vince la Coppa delle Coppe e nel 1981 arriva il terzo scudetto per la Squibb Cantù di Valerio Bianchini. Nelle stagioni ’81-’82 e ’82-’83 Cantù è sul tetto d’Europa: vince infatti per due volte consecutive l’Eurolega, la prima ai danni del Maccabi Tel-Aviv, la seconda contro i rivali storici di Milano.
GLI ANNI ’90 – All’inizio degli anni ’90 arriva l’ultimo successo europeo: nel 1991 la Clear Cantù batte il Real Madrid e alza la sua quarta Coppa Korac. Sono però anni travagliati per la squadra canturina che culminano con la retrocessione in A2, in più dopo quarant’anni al vertice, la famiglia Allievi lascia il basket e cede la proprietà di Cantù a Franco Polti.
IL NUOVO MILLENNIO – Il terzo millennio, per Cantù, inizia con un cambio di proprietà: subentra Francesco Corrado, che si assume l’onere di riportare la squadra brianzola ai vertici della pallacanestro italiana. La prima stagione dell’era Corrado, però è funestata da una tragedia: Chicco Ravaglia, arrivato a Cantù all’inizio della stagione, muore in un incidente stradale (Cantù ritirerà la sua maglia e il suo numero 6 non verrà più utilizzato). Nel 2002 cambiano i regolamenti sull’utilizzo di giocatori stranieri e coach Stefano Sacripanti porta a Cantù Bootsy Thornton, Shaun Stonerook e Ryan Hoover: grazie al loro talento la Oregon Scientific arriva quarta in campionato, qualificandosi per l’Eurolega, alla quale però Corrado decide di rinunciare, per mantenere il gruppo di americani che aveva fatto innamorare il Pianella. Nella stagione successiva Cantù alza la Supercoppa Italiana che rappresenta il suo primo successo dopo dodici anni dalla Coppa Korac.
GLI ANNI RECENTI – Nel 2008, pur restando presidente Corrado, cambia la proprietà di Cantù: subentra infatti il gruppo NGC di proprietà della famiglia Cremascoli. In più, nella stagione successiva, grazie ad un grande campionato, torna a disputare i play-off Scudetto e si qualifica per l’Eurocup, tornando in Europa. L’anno dopo la squadra allenata da Andrea Trinchieri fa ancora meglio: arriva sia in finale di Coppa Italia che in finale Scudetto (perdendo in entrambi i casi contro Siena), ma acquisisce il diritto di partecipare all’Eurolega. Nel settembre 2011 un momento storico per il basket italiano: Anna Cremascoli diventa numero uno della Pallacanestro Cantù, che è quindi non solo la prima donna presidente di Cantù, ma anche dell’intera Serie A. Nel 2012 la stagione inizia nel migliore dei modi: alza infatti la sua seconda Supercoppa Italiana, con Manuchar Mark’oishvili MVP della finale. Nel 2015 cambia la proprietà, quando Dmitrij Gerasimenko diventa azionista di maggioranza (con il 65% delle azioni). A novembre 2018, però, il magnate ucraino si ritrova in difficili situazioni finanziarie e legali e annuncia di cedere a costo zero la squadra, che cambia anche sponsorizzazione a partire dal match contro i rivali storici dell’Olimpia Milano. Il nuovo main sponsor diventa così “Acqua San Bernardo”: il cambio determina anche l’adozione di nuovi colori bianco e verde.
Nel febbraio 2019, la società sembra essere sul punto di passare di mano e di essere ceduta ad una cordata Italo-americana, ma Dmitrij Gerasimenko dopo aver rifiutato le prime offerte, temporeggia sul da farsi, nonostante la drammatica situazione in cui versa la società.
TUTTI INSIEME CANTU’ – Il 18 febbraio 2019 Dmitrij Gerasimenko cede tutte le sue quote alla srl Tutti Insieme Cantù. Tale evento è di portata storica per il basket italiano: per la prima volta nella storia una società professionistica diventa di proprietà di una società di azionariato popolare. Dopo il passaggio di proprietà, la squadra canturina ha centrato tranquillamente la salvezza. La scorsa stagione, complici due ondate di COVID-19, la squadra canturina non riesce a salvarsi sul campo e retrocede quindi in Serie A2.